Il peso di carne dell'eternità
DOI:
https://doi.org/10.13136/2724-4202/1552Parole chiave:
J. Tolentino Mendonça, poesia portoghese, sacro, corpo, visibile/invisibileAbstract
L’istanza razionale e spirituale di confronto critico con i credi storicamente tramandati si coniuga nell’opera di J. Tolentino Mendonça, profondamente cristiano ma non confessionalmente identificabile come poeta religioso, in una parola poetica che si innalza come forza profetica contro le idolatrie epistemiche e sociali che asserviscono il nostro tempo. L’articolo analizza l’immagine di Dio nei versi di Mendonça, in cui non è presente come apparizione, ma come “voce di cenere”, fuoco che brucia la menzogna e ci consegna alla vulnerabile nudità della verità.
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