L’hybridité en héritage : il caso dei transfuges de classe "intrangers"
DOI:
https://doi.org/10.13136/2724-4202/1690Parole chiave:
transfuges de classe, intrangers, ibridità, mobilità sociale, cultura francofonaAbstract
L'articolo si concentra su alcuni casi di transfuges de classe francofoni contemporanei che potremmo descrivere come intrangers, un neologismo coniato da Benmiloud (2003) e trasposto sul piano critico da Vitali (2011). Si tratta di figli di genitori immigrati che vorrebbero integrarsi nel paese in cui sono cresciuti senza rinunciare alle proprie origini. I transfuges intrangers sono creature doppiamente ibride: oltre che essere divisi tra il contesto popolare da cui provengono e quello intellettuale di cui fanno parte, oscillano tra i valori d’origine e quelli del paese in cui vivono. Tramite un confronto tra gli enunciati di transfuges non intrangers (Didier Eribon, Annie Ernaux et Édouard Louis) con quelli di tre transfuges intrangers (Omar Benlaâla, Faïza Guène e Nesrine Slaoui), questo contributo mette in evidenza nei transfuges intrangers la volontà e il bisogno di non perdere la cultura d’origine, integrandola perciò nel contesto d’arrivo.
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