Le parole sporche e il multilinguismo nel romanzo Lingua madre di Maddalena Fingerle
DOI:
https://doi.org/10.13136/2724-4202/1680Parole chiave:
plurilinguismo, lingua madre, identità, corporalità, comunicazioneAbstract
L’articolo analizza il romanzo Lingua madre (2021) di Maddalena Fingerle focalizzandosi sulla rappresentazione del plurilinguismo e sulla poetica delle 'parole sporche'. Al centro della narrazione si trova Paolo Prescher, protagonista sinestetico che percepisce le parole in modo sensoriale e patologico: le parole ‘sporche’ lo contaminano e compromettono la sua identità linguistica. L’italiano, sua lingua madre, diventa per lui una lingua impura, motivo per cui abbandona Bolzano e sceglie di parlare solo tedesco a Berlino. L’articolo esplora la complessità del plurilinguismo letterario attraverso due livelli principali: il livello dialogico, in cui il cambiamento di lingua riflette tensioni identitarie e culturali, e il livello lessicale, in cui singole parole (come Fremdschämen, Schadenfreude o Dose) attivano associazioni emotive e sinestetiche. Con Lingua madre, Fingerle decostruisce la romanticizzazione del plurilinguismo sudtirolese e propone una riflessione critica sull’identità linguistica, sulla contaminazione e sulla corporeità del linguaggio.
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