Manifestations of "Bilingualism" in Contemporary Belarusian Prose
DOI:
https://doi.org/10.13136/2724-4202/1683Parole chiave:
letteratura bielorussa, identità bielorussa, bilinguismo letterario, esotizzazione, autofictionAbstract
Il saggio analizza diverse manifestazioni del bilinguismo nel panorama letterario bielorusso contemporaneo, concentrandosi in particolare sulle opere di Hanna Jankuta (Čas pustazeĺlja), Saša Filipenka (Byvšyj syn, Kremuljator, Slon) e Viktar Marcinovič (Mova). Si ricostruiscono lo sviluppo storico del bilinguismo bielorusso e la sua complessa connessione con questioni di identità nazionale e di politica culturale nella Bielorussia post-sovietica. Lo studio mette in luce come tali tensioni storiche e ideologiche abbiano contribuito a una persistente stratificazione all’interno della comunità letteraria, in cui la scelta della lingua è spesso anche una scelta identitaria o ideologica. L’analisi sostiene che le strategie di scrittura bi- e persino plurilingue — tra cui il code-switching e il code-mixing tra russo, bielorusso e trasjanka, nonché le strategie traduttive — assolvono a diverse funzioni: possono garantire l’accesso a mercati letterari differenti, agire come segni di resistenza simbolica o di esotizzazione, e riflettere un consapevole processo di ricerca e (ri)costruzione identitaria.
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